di Sherif Awad
-Da piccola mi piaceva smontare gli oggetti, volevo sapere come funzionavano, volevo scoprire come erano stati costruiti, e chi aveva avuto l’idea di crearli. La scienza ha iniziato a incuriosirmi perché quando facevo domande, in pochi sapeva le risposte. E così me le andava a cercare nei libri di scienza. Ancora peggio per la fisica. Anche al college nessuno sapeva darmi risposte su cosa fosse la fisica. Al college viene insegnata male, i programmi imposti dal Ministero sono noiosi, e non fa capire quanto è bella realmente. Per questo mi sono iscritta alla facoltà di fisica, perché era come se quello fosse un luogo dove pochi potevano darti le risposte che mi sono sempre fatta. Un club esclusivo. Lì ho capito che la fisica è semplicemente puzzle e buonsenso.
-Who were your role models from cinema, theatre, dance, TV during your childhood and teen years?
Io da piccola avevo il poster di Albert Einstein appeso al muro, ed era lui il mio ispiratore. Poi al college mi sono innamorata di Marie Curie, la migliore tra le donne, e la migliore tra gli uomini. Visto che è stata la prima ad aver vinto due Nobel, in assoluto. Oggi che il mio lavoro è raccontare la fisica, sotto forma di romanzi (ne pubblico uno all’anno), e sotto forma di spettacoli teatrali (sono in tour con i miei spettacoli tutto l’anno), e collaboro con i maggiori istituti di ricerca scientifici, quando voglio rilassarmi guardo film e serie tv e ascolto musica, per ispirarmi. Perché in altri ambienti, e nelle arti, si è già raggiunta una consapevolezza che nella scienza ancora si fa fatica a raggiungere. Il fatto che le donne nella scienza sono poche, e non fanno parte della catena di comando, è un dato di fatto. Al cinema mi piace guardare i film americani e quelli inglesi, li guardo in lingua originale soprattutto. Ma avendo vissuto due anni a Parigi ho anche molto a cuore il genere commedia francese. Tra i miei attori preferiti ci sono Matthew Mcconaughey, Anthony Hopkins, Scarlett Johansson (che mi dicono in tanti di somigliarle!), Milla Jovovich, Robert de Niro, Charlize Theron.
Tra gli inglesi adoro Ricky Gervais. Tra i francesi Daniel Auteuil. Poi mi piace seguire su Instagram Madonna. A teatro vado a vedere di tutto. Cantanti: Morrissey, Camille Baz Baz, Hugo Race, Alain Bashung, gli Air, e i Massive Attack.
-Mi sono laureata in fisica e ho lavorato due anni all’Ecole Polytechnique di Parigi, ho collaborazioni con istituti di ricerca scientifica in tutto il mondo. E infatti guardando gli inglesi e gli americani che avevano creato un modo diverso di raccontare la fisica (basta pensare a Kip Thorne, premio Nobel e anche sceneggiatore di Interstellar) ho iniziato a studiare a crearmi un personaggio. Ho lavorato con attori e registi teatrali bravissimi, che mi hanno dato la tecnica. E io avevo i contenuti. Così ho creato il mio metodo. I giornali internazionali lo hanno chiamato ‘il Metodo Greison’: che consiste in un grande lavoro di ricerca d’archivio, individuazione della storia da raccontare, interviste con chi quella storia la conosce bene, creazione della storia in un libro e poi trasposizione teatrale della storia. Ho già pubblicato 7 libri, e portato in scena altrettanti spettacoli teatrali. Il primo è stato “L’incredibile cena dei fisici quantistici”, in cui ho ricostruito la cena avvenuta tra i fisici che hanno creato la fisica quantistica. Nel ritrovo chiamato ‘il più grande ritrovo di cervelli della storia’, avvenuto a Bruxelles, nel 1927, c’erano tutti: EInstein, Marie Curie, Niels Bohr, Heisenberg, Schrödinger, Dirac, Pauli. Loro sono i miei amici immaginari. Ad ognuno di loro sto dedicando un nuovo libro e un nuovo spettacolo adesso.
-Is it satisfying for you now and or achieving stardom worldwide is important too?
-Sono andata a fare i miei spettacoli a Vienna, in Austria, a Zurigo, in Svizzera, a San Francisco, in America. Vorrei continuare così, e farne ovunque nel mondo. Le storie che racconto non le conosce nessuno. Uno dei miei spettacoli più richiesti è quello su Mileva Maric, fisica, e prima moglie di Einstein, e madre dei suoi figli. Il mio sito www.GreisonAnatomy.com ha una sezione anche in inglese proprio per questo motivo.
E siccome in Italia pubblico podcast per Audible (ho pubblicato “il Cantico dei Quanti” e anche “Cara Marie Curie…”), mi piacerebbe farne anche in inglese.
-Certo. Io essendo donna porto avanti le battaglie che noi donne facciamo ai giorni nostri. Uso le vite di Marie Curie, Mileva Maric, Hedy Lamarr, Lise Meitner, per raccontare le nostre. Ho scritto il libro “Sei donne che hanno cambiato il mondo” con questo spirito, ed è anche uno spettacolo teatrale. Sono stata definita dai media internazionali ‘la rockstar della fisica’, perché con queste storie riempire i teatri, e sui social network ho tantissimi followers, solo il mio Instagram ne ha 50M.
Porta avanti campagne contro il #mansplaining nella scienza. E sono stata la promotrice della proposta di attribuzione di una laurea postuma a Mileva Maric, visto che la società maschilista del XX Secolo non glielo ha permesso. Questo il link sul mio sito: https://greisonanatomy.com/2019/11/09/maric-2/
-Io porto avanti le battaglie per la parità di genere nella scienza, quello che vedo molto spesso non mi piace. Ti faccio un esempio: il mio ultimo libro si chiama “Einstein forever”, e traccio la biografia di Einstein da un punto di vista inedito. Primo perché sono una donna, e una fisica. Non esistono donne e fisiche che prima di me hanno scritto una sua biografia. Secondo perché parto dalle lettere che i bambini di tutto il mondo spedivano e spediscono tutt’ora ad Einstein, in base all’argomento che il bambino chiede nella lettera, ho creato il capitolo, e quindi alla fine c’è tutta la sua vita. Oh, bene. Ho fatto questo lavoro che è durato due anni, e tanti viaggi a Princeton in America, e a Berna e Zurigo in Svizzera, e studio, e mi ha aiutato il grande Freeman Dyson, e ho referenze eccellenti. Sta vendendo tantissimo, è molto apprezzato dal settore e anche di non esperti. Malgrado tutto questo, quando la Rai (la televisione italiana pubblica) mi ha invitato a parlare del libro, non ha tenuto solo me in studio per l’intervista, ma mi ha affiancato anche un uomo scienziato, e a me hanno fatto domande leggere, mentre a lui hanno chiesto di spiegare la relatività. Capite la gravità della cosa? questo è #mansplaining . Perché non potevo spiegare io la relatività? Perché sono donna? Assurdo. In America non lo avrebbero mai permesso.
Gabriella Greison si accredita come attrice scientifica.Lei ha invitato questa professione. Prima non esisteva. La spiegazione di questa professione sta in quello che ho creato io.
A proposito dell’equilibrio tra vita professionale e personale, lei lo pensa che questa è una domanda discriminatoria. Faccio come fanno tutti. Uomini e donne che si realizzano tramite quello che hanno costruito.
-Sto scrivendo il mio nuovo libro, non posso ancora anticipare l’argomento. E continuerò a scrivere e portare i miei romanzi sul palco di un teatro, perché ho creato il Metodo Greison e quindi non posso fermarmi. Poi, sto scrivendo la sceneggiatura di un film che mi hanno chiesto su Mileva Maric e sulla mia proposta di attribuzione di una laurea postuma che ho portato al Politecnico di Zurigo. Vorrei fare podcast in inglese. Vorrei portare i miei spettacoli in giro per il mondo.