di Sherif Awad
Ciao, www.MeetingVenus.com
Sono Lavinia Donati, vengo da una famiglia cristiana e del sud di umilissime origini.Mia madre insegnante , mio padre geometra. I miei nonni erano contadini od operai. All’epoca al sud non c’era altro (non che ora sia molto cambiato) Si sono fatti da soli e nessuno aveva velleità artistiche, erano tutti inquadrati, casa e chiesa. Non ho idea da dove sono venuta fuori.
-Sin da quando ho iniziato a camminare a carponi, ho iniziato a fare cose strane. Prima ancora di parlare, ricordo (si lo ricordo, ho una memoria molto vivida anche dei miei primissimi giorni), stavo ore a vedere film e cartoni che tentavo di replicare goffamente.La mia prima parola è stata “film”. All’asilo non ero molto socievole, ero timida e mi confinavo per ore nel mio mondo fatto di pupazzi parlanti con varie voci(tutte fatte da me), di storybook a fumetti che disegnavo (e scrivevo, già a quattro anni); ovviamente cose senza alcun senso, ma inventavo storie, obbligavo i miei compagni a fare cortometraggi con la telecamera di papà alle feste e chi faceva il più divertente vinceva un piccolo premio. Ricordo bene la prima volta che sono salita su un palco per la recita dell’asilo. Ricordo che ho pensato: ecco, ora posso parlare, mi ascolteranno per forza, sono venuti qui apposta!
–In generale ho letto moltissimo, non riuscivo a finire un libro che subito ne divoravo un altro , e non parlo solo di letteratura per ragazzi. A 14 anni avevo letto tutto sui russi, sui grandi poeti, mi faceva commuovere Leopardi, con quella solitudine che sentivo tanto simile alla mia .
-Al cinema Il mio modello è sempre stato Charlie Chaplin, anche quando ero piccola. Mi faceva ridere, mi stupiva, mi sbalordiva come riuscisse a esprimere tante emozioni senza dire una parola, in quel bianco e nero così distante dai miei amati cartoni animati, anche quelli giapponesi, di cui amavo replicare l’a marcata espressività facciale(cosa che poi mi si è rivelata utilissima per la mimica facciale). A teatro e in TV ero fan sfegatata del Trio composto da Anna Marchesini, Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Non mi perdevo una loro apparizione per nulla al mondo. Da grande ho deciso di omaggiarli poi rifacendo uno dei loro spettacoli teatrali di più successo, “In principio era il trio” uno dei miei primissimi spettacoli completamente fatto da sola. Fu l’unica volta che in paese oltre 800 persone si riunirono in una piazza , oltre che per trla festa patronale!Fu un successo! Avevo 17 anni.
-Circa studio e all’apprendimento per diventare un artista, Beh, prima biisogna innanzitutto capire se si ha la tempra e la follia di farlo! Di Andaredi fronte a un sacco di persone sconosciute e non e fare cose sceme, pazze! Mettersi in ridicolo per il solo fatto che tu sei convinto di quella cosa, e che loro ti applaudano alla fine, o che si divertano. Se ti piace quella sensazione e se hai anche lo stomaco per ricevere sempre tanti NO, di essere consapevoli che si lavorerà forse una volta l’anno, che a volte nessuno vedrà a vederti…allora , forse, si è artisti, perché per diventarlo non basta studiare tutti i metodi teatrali del mondo, fisici, cinematografici, mentali,psicologici o no…bisogna esserlo.L’arte è uno stato mentale.
-Quando ci si approccia allo studio ,poi la primissima cosa da fare è essere spugne, osservare, osservare tutto, anche i dettagli, avere la vista e le orecchie come sensi principali per tutti gli anni iniziali.La parola viene dopo, e si unisce al resto. Il corpo segue naturalmente da se. E’ fondamentale osservare i giganti, mettersi alla prova anche se ci si sente inadeguati a sfidare i propri limiti.
-La fama, la celebrità, in tutto il mondo poi, è una cosa che VERAMENTE non mi interessa. Lo sottolineo con veemenza perché è quello che dicono tutti. Ma per me è davvero così. A me importa solo fare bei lavori e far stare bene la gente,a l teatro o a l cinema. Che ridano, soprattutto, dopo una giornata orrenda, che stiano bene, che risvegli emozioni. Questo mi interessa e mi soddisfa .Certo la fama, quella vera, aiuta perché una volta arrivati a quei livelli detti le leggi tu, e sei tu che decidi cosa fare, dove come quando e perché. Altrimenti devi vedere quello che ti propongono. Non nego che da donna e artista non, facente parte di na categoria così sottovalutata, mi piacerebbe far girare le cose. I premi sono importanti non per la fama, ma per soddisfare il nostro lavoro, la fatica che c’è dentro, un avere una piccolissima certezza che”allora questa volta ho funzionato davvero!”.
-Certo, le donne sono sempre meno retribuite degli uomini, ovunque, non solo in Italia e in questa categoria, e se posso dire la mia, il movimento “meteo, nato con buoni propositi, è una cavolata,e si è solo rivelato una mazzata in più, un’ulteriore umiliazione alle vere femministe e alle donne che vogliono essere rispettate davvero come artiste alla pari, non superiori o meglio, alla pari. Vedo tutte le operazioni hollywoodiani di remake di questo o di quel film cult “AL FEMMINILE”…ma davvero non si è capaci di scrivere di ruoli già pensati per le donne? Non siamo così scarse da dover fare le macchiette di personaggi icono maschili per farci notare. La storia e la letteratura sono pieni zeppi di ruoli meravigliosi mai narrati.
Mi viene da citare moltissime locandine(ha fatto scalpore una italiana recentissima) quando erano ancora aperti i cui, fra 6 volti, spiccavano solo i nomi dei 3 attori maschili. Le attrici erano solo facce. Terribile.
-Potrebbe andar peggio. Potrebbe piovere. E infatti piove (cit.). Veramente, non c’è limite al peggio. E non voglio commentare gli scempi che i ministri alla cultura hanno fatto negli ultimi 10 anni, uno peggio dell’altro, Quindi mi aspetto che il prossimo sia ancora peggio!
Ma la forza c’è, soprattutto nella generazione x, quella di mezzo,di creare e credere in un cinema e in un’offerta nuova, fresca, che nasce dal sottobosco, non politicizzato(e quando dico non politicizzato non intendo “di sinistra”, intendo tout court) il cinema dei volti sconosciuti e dei nomi “mai sentiti” , degli auto sovvenzionati, da quelli che letteralmente raccolgono spiccioli in giro con fatica per produrre un film.e guarda caso, il pubblico li premia, quando creano belle opere, perché osano, sono audaci, sono NUOVE.-
-Con la serietà massima, umiltà sempre (ce l’ho di default). E un pizzico di follia. Mi interessa sempre esplorare nuove vie. Sono aperta senza pregiudizio a ogni nuova collaborazione, se ritengo di essere adatta (e se mi ritiene adatta chi mi fa l’offerta ovviamente!) e se vi riconosco un’idea valida e una sfida avvincente, per me
-Per la nuova generazione, dico, siate umili! Ho avuto modo di parlare con molti ventenni che, rifiutavano una collaborazione con me(non parlo di lavoro gratis eh, con quello ci si dovrebbe aprire un altro capitolo e questo non è il luogo) perché non ero nessuno o ero troppo poco, perché non avevano sentito nominare questo o quello, perché il progetto non aveva già sbocchi sicuri alla FAMA, o pensano gli sia già tutto dovuto e servito e se gli chiedi un self-tape per un ‘audizione si offendono pure.Ragazzi siate più UMILI!. Seppur alle prime esperienze, se la tirano in una maniera assurda.Pensano di essere già star. Capisco lo scalpitio della giovinezza, e l’ho avuto anche io, ma il mio e quello della mia generazione, si traduceva in voglia sfrenata di bussare e proporsi in prima persona, e voler desiderare di fare la fantomatica Gavetta!
Ricordatevi che oggi ci siete domani no.Ed è vero cavolo, è vero, non è solo retorica! Io vi auguro di esserci sempre, ma leggete (o fatevele raccontare o vedetevi dei docufilm se vi scoccia leggere) le vite dei più grandi, dei giganti veri, anche quelli attuali che venerate (mi vengono in mente Alessandro Borghi la cui fama non ha inciso minimamente sulla sua persona, per citarne uno italiano molto venerato, o Johnny Depp, da 40 anni nel cinema ad altissimi livelli e la sua immensa umiltà, al famoso stile di vita di Keanu Reeves, a Margot Robbie, che nonostante sia considerata la diva più influente e più pagata del momento, ha creato la sua produzionicina indipendente e sforna prodotti eccezionali con poco budget, con produzioni audaci e nuove,dimostrando di essere aperta sempre anche a piccolissimi progetti, se validi…Gli anni del ritiro del grande Chaplin, che aveva sempre il dubbio, anche quando è stato consacrato come mostro sacro, di non aver “fatto emozionare abbastanza”,spulciate le loro biografie, anche le parole di li ha conosciuti,:sono SEMPRE e dico sempre, rimasti umili, si ricordano ogni giorno da dove sono venuti. Sono molto dura lo so, ma occorre esserlo, perchè ne vedo di tutte i colori.
-Appena i teatri riapriranno, e lo faranno, perchè la gente ha SETE di andare a teatro e vedere storie dal vivo,ho un progetti teatrale in cantiere che ho già venduto a una produzione di Bologna in quanto attrice e soprattutto autrice(non mi ero mai misurata nella scrittura perchè non mi ritenevo all’altezza,ed è stato, per me, come togliersi il cerotto) e una serie tv, sempre da autrice.
E quel che arriva, se arriva, è accolto sempre a braccia aperte.E Speriamo bene…